Tombe rupestri di San Liberatore
Dopo un piccolo tragitto sull'alveo del fiume Alento, sulla parete rocciosa sinistra si scorgono cinque piccole caverne – tre tombe –, una nicchia e una cappella: ecco il complesso delle Tombe Rupestri di S. Liberatore a Majella.
Le tombe sono collocate su una parete di 20 metri percorribile attraverso un sentiero largo dai 40 ai 100 centimetri. Scavate nel banco roccioso si possono contare tre tombe, una piccola nicchia ed una cappellina. La tipologia delle tombe è ad arcosolio, cioè a forma di sarcofago sormontato da un arco, tipica catacombe cristiane dei ceti nobili. Lungo la parete, dopo uno stretto passaggio, si giunge ad una cappella da cui tre rozzi gradini conducono ad una specie di podio; sul lato sinistro è posta una piccola vasca, forse con funzione di acquasantiera, per la raccolta dell'acqua piovana. Sul podio si notano i resti di una base (di circa 50 centimetri di lato) su cui doveva poggiare una statua e, sul retro, una nicchia con i resti di un affresco reso irriconoscibile a causa dell'elevata umidità.
Non ci sono tracce delle antiche lastre di chiusura delle tombe che generalmente recavano impresse iscrizioni e simboli. Nessuna notizia sul complesso tombale ci è pervenuta, né dalla tradizione locale né dalle fonti storiche. Il complesso apparteneva con molta probabilità ad un piccolo nucleo di eremiti che, intorno all'VIII-IX secolo, lo usavano come luogo di culto. Sicuramente con il trasformarsi della comunità in un gruppo più organizzato e numeroso, la piccola parete perse la sua funzione pur rimanendo per tutti un luogo sacro. Esso doveva essere dedicato a San Giovanni, come si evince dalla toponomastica locale, secondo la quale il luogo viene chiamato ancora " San Giuannelle".